La resurrezione di Craxi

Favino resuscita Craxi - foto tratta da signoresidiventa.com

Il ventennale della morte e il film a lui dedicato, "Hammamet" di Amelio, hanno messo in moto una sorte di resurrezione del capo politico del socialismo italiano anni '70-80 dal nome indiscusso: Bettino Craxi. Del resto in Italia si perdona tutto a tutti e ci si affida alla cafoneria, che gli scemi definiscono giustiziera, di Salvini. Come, non potevamo perdonare a Craxi i suoi ammanchi, i sui interessi personali, la sua mania di grandezza, e anche la sua fuga ad Hammamet per sfuggire come un ladro alla giustizia italiana? Chi lo poteva, abituati come siamo, proprio da quel periodo di illusoria giustizia, a cose di maggior calibro che col tempo hanno fatto rimpicciolire anche i trascorsi illegali di Bettino? E' triste giungere a questa conclusione ma è quello a cui ci porta la realtà quotidiana. Del resto basta leggere un giornale o ascoltare le notizie della tv per rendersene conto. E' altresì anche vero che non si può perdonare impunemente le speculazioni  personali di Craxi  e la sua vanagloria che un film, indubbiamente fatto bene ma non certo di condanna, ha messo in controluce. Il pregio di questa opera sta soprattutto nel narrare un caso umano e non va interpretata come un omaggio ad un furbo uomo politico quale era Craxi. E allora, come si dice a Lucca, "non confondiamo il culo con la quarant'ore". Forse nel mondo in cui stiamo vivendo, in cui si parla di miliardi come noccioline, e in un'atmosfera carica di illegalità come la nostra, il caso Craxi non fa più scalpore. Ma non cerchiamo di riabilitare chi ha agito contro lo Stato e contro gli italiani. E' quello che si sta tentando di fare. Ma non ci si accorge che così facendo si incita chi ha il potere oggi, ad agire per il proprio interesse e basta? Mah! "Povera Italia", come si dice a Lucca, "come sei ridotta, senza quattrini e con la topa rotta!".

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