Non c'è speranza per l'Italia


Fino a quando ci saranno centinaia di migliaia di persone a riempire le piazze per ascoltare le baggianate del papa, non c'è speranza per l'Italia. Gente che si fa incantare da una tedesco che ha appartenuto alla gioventù hitleriana, che ha difeso e nascosto manipoli di preti e vescovi pedofili, che dirige una chiesa corrotta e corruttrice di cui tutto il mondo parla, a capo di una chiesa che, nei tempi antichi ma fino alla fine dell'800 è stata colpevole dell'annientamento di interi popoli e civiltà più di qualsiasi dittatura moderna e, quello che è grave, in nome di Cristo, questa gente non ha speranza di vedere un futuro migliore.
Gente che non si rende conto che la preghiera che le fa dire il papa non serve a nulla, non ridà il posto di lavoro, non ridà vita ai morti del terremoto, non ridà possibilità agli imprenditori di riavere la loro fabbrica, insomma non serve a niente, ha solo un effetto placebo per curare l'ansia, un effetto catartico, un effetto psicologico come una seduta di analisi. Del resto la confessione è la prima seduta psicanalitica a cui il cattolico è sottoposto. Quindi mi ha scoraggiato la gran folla che nella Milano di Pisapia ha popolato la piazza del duomo e lo stadio di S. Siro per ascoltare la solita retorica sulla famiglia che non conosce e le invettive contro l'aborto e l'eutanasia. Non cambia niente dunque, è inutile illudersi. Bisogna, per sopravvivere, far proprio il detto dei pessimisti del primo novecento, ripreso poi dagli esistenzialisti del dopoguerra: tout passe, tout casse, tout lasse.

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