Suicidio



Vaffanculo,
vita di merda,
che mi hai portato a spasso
per lunghi anni
sul selciato dei sentimenti,
per poi darmi un calcio
in culo
e sbattermi sull'asfalto merdoso
della delusione.
Mi hai fatto credere
che l'amore era possibile,
 e invece
si riduceva a cazzo nella fica
o nel culo,
o in bocca,
e poi tutto finiva
con lo schizzo dello sperma
caldo e colloso.
Sì, eccome,
era bello lo stesso,
eccome!
Ma perché mi hai portato a spasso
sul selciato dei sentimenti?
Non potevi,
vita di merda,
farmi camminare
sul letame di vacca,
nel truogolo del maiale,
sul lastricato di vomito
degli ubriachi?
Mi sarei abituato
al trapasso,
non mi sarei illuso
di trovare una voce amica
nella donna che ti sta accanto,
e vive parole
dai figli ormai
grandi
 quanto basta
per non cacarti nemmeno.
Ah,
vita di merda,
mi potevi allontanare
dai buoni sentimenti,
e farmi essere stronzo,
quanto basta
per andare in culo
a tutti e a tutto,
potevi non farmi pensare
alla morte
che ti aspetta nascosta
bastarda,
e ti agguanta
quando meno te lo aspetti.
Potevi darmi la forza
di sparare in bocca
a chi rompe le palle,
o al politico falso,
o al papa cristiano
che racconta fandonie
dal suo pulpito privato.
Bang, bang,
e il male
che scorre per le strade
scappa via
inseguito dal sangue.
Vita di merda infame,
non vali più un cazzo.
Meglio sarebbe
montare su di un pino,
col cappio al collo
e lasciarsi andare
giù,
di colpo,
che poi non deve far male,
se è vero,
 come è vero,
che così si muore
a bischero ritto.

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