I matrimoni gay mettono in crisi il PD


Quando ci si mettono di mezzo i cattolici, le cose si complicano. Eppure di batoste ne hanno avute nel tempo, a cominciare dalle sconfitte su divorzio e aborto. Ma non c'è da farli desistere: pur essendo sui generis come tutti i cattolici italiani, dunque peccatori, bestemmiatori accaniti, inadempienti alle regole del vangelo, su certi pallini non c'è cristi di farli ricredere. Questa volta è il matrimonio gay. Oddio, non si riesce capire da parte "gaya", questo accanimento per legalizzare l'unione fra omosessuali.
Confesso che mi sono simpatici proprio perché diversi, cioè fuori dalle regole. Allora non riesco a trovare i motivi perché vogliano diventate normali. In un momento poi segnato dalle decadenza di questo vincolo, tanto in forma religiosa che in quella civile. Oggi ci si accoppia salvo eventualmente legalizzare l'unione dopo la nascita di figli, molto dopo. In un'era dunque di "svincolo dal vincolo", i gay combattono per essere come tutti, normali come gli eterosessuali. In fondo non è una sconfitta? In un prossimo futuro i matrimoni saranno giustamente una rarità, anzi, dico di più, dovrebbero essere aboliti fermi restando tutti i vincoli soprattutto in merito ai figli che hanno diritto di essere mantenuti da chi li ha messi al mondo. Si dirà: ma se tantissimi padri non passano un cavolo ora per il mantenimento dei figli, vi potete immaginare se non ci fosse il vincolo del matrimonio! No, c'è il Dna e non si può scappare. Si tratterebbe di fare leggi severe per i trasgressori che ora, in una società maschilista, sono guardati con velata simpatia. Questo preambolo mi ha fatto dimenticare il nocciolo della questione, cioè la spaccatura all'interno del Pd per la questione matrimonio gay. Questo è avvenuto per i paletti dei cattolici che hanno, per decenni, rovinato l'Italia e stanno rovinando anche il partito democratico. Senza il centro (i cattolici sono tutti al centro anche quelli che si professano sinistrorsi), questa è l'opinione invalsa nel Pd, non si può avere maggioranza. E' uno sragionamento, perché al centro mirano tutti, anche quelli del centrodestra. E' un brutto pensare che ha fatto dell'unica forza di centrosinistra una cosa ambigua, insomma né potta né culo. Chi ha dato il voto a Berlusconi non darà mai il voto a Bersani. Il quale deve invece pensare a fare una reale forza di sinistra ricordandosi che a Milano come a Genova, per non parlare della Puglia, hanno vinto a sorpresa i candidati del Sel, cioè di sinistra. Bersani allora si deve preoccupare di spostare a sinistra il suo partito e non di volere "appattumarsi" con Casini che è capo di un centro sporco capace in un'ora di spostarsi dalla parte opposta. Bisogna che dia una collocazione chiara al Pd, qualificandolo nettamente come forza di sinistra. A rischio anche di perdere le elezioni che però sarebbero di suo appannaggio, ne può essere certo, se si qualificherà chiaramente, in un prossimo futuro. Tanto spostandosi al centro le perderebbe lo stesso. Se il Pd fosse una forza di sinistra non ci sarebbero state le diatribe come su una questione di lana caprina come il matrimonio gay, dimenticandosi cose ben più importanti quali ad esempio il conflitto di interessi di cui non si vuole parlare. I cattolici se si adeguano, bene, se no si rifugino pure sotto le ali, come pulcini sperduti, della chioccia Casini.

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