Le decisioni del governo come la tela di Penelope



Il governo dei tecnici presupporrebbe che le decisioni prese siano state ben vagliate, cioè passate al setaccio della competenza, dell'opportunità e della giustizia. Ma da un pezzo in qua non è così. Ne testimoniano le decisioni prese in merito alle provincie. In un primo momento dovevano essere abolite tutte, poi, adottando il solito compromesso all'italiana che per non scontentare nessuno scontenta tutti, si è parlato di accorpamenti. Ma con quale criterio?
Il governo dice in un modo, le regioni in un'altro. Per non considerare i voleri delle singole città tutti discordi. Vincerà chi ha più potere politico, ammesso e non concesso che si decida prima delle elezioni del prossimo anno. Un'altro fatto che dimostra la "non tecnicità" del governo tecnico, è stato il giro di vite per bibite gassate, fumo e gioco. La decisione presa non vale più. Quello che si è fatto di giorno si disfa di notte, come la tela di Penelope. Le categorie si sono lamentate e alcune forse giustamente per il danno che ne verrebbe e che si ripercuoterebbe sull'occupazione. E poi, via, sempre sui deboli si deve bombardare, su chi beve una coca cola o un'aranciata, facendo finta di scordarsi della tassa sui grandi patrimoni. E poi i 500 metri che devono intercorrere da una scuola a una sala da gioco fanno un po' ridere. Come la mettiamo con quelle che ci sono già? Si fanno chiudere? Una decisione giusta era semmai il tassare le giocate così da invitare lentamente quella massa di citrulli che si illudono di diventare ricchi, a desistere dai loro intenti. Insomma tutte tasse ancora mentre la benzina va alle stelle e nessuno di quei "mangiaufo" si decide a calare un po' l'accise. Non lo fanno, quei bastardi, perché con l'accise in proporzione, più la benzina costa e più lo stato guadagna. Becchi e bastonati.

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