Saranno omogeneizzate, ma son tutte belle fie!

Giulia Calcaterra un esempio di fia omogeneizzata

La civiltà moderna, o meglio quella odierna legata all'immagine, produce tutto in funzione dell'apparire. Fin dalla nascita si dà in pasto al bambino integratori di ogni genere, sì, certamente per la salute, ma anche perché cresca bello.
Viene vestito spendendo molto e con indumenti rigorosamente griffati tanto che appaia una spanna più su degli altri. Per tutta l'infanzia viene seguito nel crescere e si spende tesori per un dente non proprio in linea che va raddrizzato. Nell'adolescenza va già dal parrucchiere se donna, ma anche se maschio ci tiene alla sua crestina e spende anche lui i suoi bei soldini per farsela aggiustare una volta la mese. Tanto le donne che gli uomini sembrano tutti uguali. In particolare le donne, tutte con i capelli lunghi, con le scarpe basse, con i jeans firmati eccetera. Sembrano di una generazione omogeneizzata. Verrebbe voglia di dire: una vale l'altra. Poi viene l'estate. Vedi sgusciare splendide cosce, spuntare seni zeppi, ombelichi erotici, schiene da carezza, culi a mandolino, gole da baci, colli da massaggi, piedi arrapanti e pensi: se questa è l'omogeneizzazione mi ero sbagliato. Sì, saranno tutte uguali ma sono tutte delle belle fie. Io mi riferisco a quelle più giovani, dove non c'è traccia (o per lo meno non ci dovrebbe essere traccia) di trucchi al silicone. Me ne accorgo ora che anche le turiste (a volte se ne vedono a decine scese dal nord tutte belle), sono un po' più coperte e, se pure arrapanti, fanno rimpiangere i loro short che sono creati apposta per far vedere le loro nudità. Aspetta primavera, Rocchi!

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