Natale di merda




Natale di merda.
Ti sento
Come tu non fossi mai esistito
Natale di merda.
Eppure
Ricordo il suono delle campane
Natale di merda.
Mi dicevano
Che era nato un uomo buono
Natale di merda.
Anch’io

Dovevo cercare
La bontà infinita negli altri
Natale di Merda.
Non sono mai
E poi mai
 riuscito a trovarla
Natale di merda.
Il mio Natale è come
Quello dei morti di fame
Nella lontana Africa
Natale di merda.
Il mio è come
Quello dei malati di aids
Che la chiesa lascia morire
Perché chiavare senza concepire
È un grosso peccato
Natale di merda.
Il mio è come
Quello dei bambini consunti
Dalla fame e dalla malattia
Che i soldi sporchi
Non vogliono guarire
Natale di merda.
Il mio è come
Quello dei bimbi assassinati
nel Medio Oriente
Voluti dalla folle democrazia
Che baratta il petrolio
Con la sofferenza degli innocenti
Natale di merda.
Che senso hai allora?
Dimmelo.
Non hai più il sapore
Della felicità familiare.
Non hai più
La forza dell’illusione
Quando i canti gregoriani
Nella chiesa raccolta
Ci portavano in un’atmosfera
Che inebriava la mente
E ci faceva credere
Che credere fosse un dovere.
Dimmi allora che senso hai.
Per lo scambio dei doni
Che nascondono scarsi affetti?
Dimmelo, forza.
Per soddisfare il bigotto ipocrita
Che fa finta di credere
Nella remissione dei peccati
E nella vita eterna?
Dimmi con sincerità
Se non è invece
Che tu sei diventato debole,
Così debole
Che non credi più
Nemmeno tu,
Al bambinello già nato
Lo scorso anno
Nato troppo tardi
Per tutto
Natale di merda.

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