Cinema. Crisi di idee, crisi di autori


Che l'arte in generale sia in crisi è noto da molto tempo. La pittura si è trasformata in fucina di idee più o meno banali che si espletano in per lo più retoriche installazioni o video-installazioni. I pochi pittori rimasti e gli scultori, in grande maggioranza, sono privi di personalità. Nella musica classica c'è il vuoto assoluto e i concertisti si devono affidare agli spartiti di un tempo e anche nel jazz poche le personalità che emergono. Nella letteratura tanti libri ma gli autori di spicco non ci sono e anche qui, se si vuole leggere qualcosa di decente, bisogna affidarsi ai morti o agli anziani ancor validi tipo Philip Roth, Cormac McCarthy e qualche altro nome eccellente. Non parliamo della poesia dove vige la nebbia assoluta e anche nella danza non c'è da stare allegri dopo la morte di Pina Bausch.
Forse si regge l'architettura che ha, anche in Italia, nomi di prestigio, senz'altro innovatori senza distruggere lo spirito dell'architettura stessa. E poi c'è il cinema, la settima arte che soffre più di tutte le altre di crisi di idee e crisi di autori. C'è venuto in mente questo scorrendo l'elenco dei premiati al Golden Globe. Oddio, il Golden come l'Oscar, è da prendere con le molle perché è dominato dall'industria, ma vedere plurivincitore "Argo" che è un film modestissimo e per niente di spicco, mi sono sentito cascare le braccia. Non c'era altro di meglio? Può darsi di no. Al cinema soprattutto americano sono venuti a mancare gli autori di una volta, unitamente agli attori di una volta. E le idee. Dominando il fattore denaro, si cerca di soddisfare prevalentemente il pubblico dei teenager, fetta di spettatori importante e decisiva del successo di un prodotto. Va da sé, visto il gusto dei teen, che ci si è buttati sul fantasy, sullo pseudo horror, sui cartoni, sulle commediole sentimentali di cattivo gusto, come dimostrano i recenti successi. E c'è da aspettarsi che, continuando di questo passo, la crisi si acuisca talmente da determinare un crollo del mercato. Per quanto riguarda il nostro cinema, bisognerebbe seguire la Francia dove viene aiutato tanto che gode di buona salute, e, sfruttando i talenti che abbiamo, puntare su di un cinema di afflato internazionale. In questo Tornatore, con l'ultima sua opera, ha qualcosa da insegnarci.

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