Scrutatori, una guerra tra poveri


Mi viene in mente uno dei capolavori del neorealismo italiano, "Miracolo a Milano" di De Sica, quando la lotta fra poveri si svolgeva perfino per guadagnarsi un raggio di sole in più. Qua, nella Lucca del duemila, proprio un raggio di sole non è, ma quasi. Segno brutto da far pensare a un futuro veramente difficile. Si tratta della speculazione che ha fatto l'opposizione alla giunta di sinistra rea di aver infilato a fare gli scrutatori parenti e amici. In un'Italia che, dopo venti anni di Berlusconi, è talmente sfatta moralmente tanto che chi non ruba molto è un deficiente, si guarda a quei miseri 140 euro che percepisce una scrutatore?
E' pur vero che se il mondo è piccolo Lucca è infinitesimale. In tutte le cose. Mai che venga fuori un ammanco o una tangente di milioni, no, si fa ridere, per non piangere, su una speculazione di 140 euro. Ma è possibile che l'opposizione non abbia avuto la percezione della ridicolaggine della cosa? Con questo non voglio dire che chi è additato abbia fatto bene a favorire i parenti e gli amici, ma guardiamo di ridimensionare la cosa, sennò si giustifica la giustizia ingiusta che mette dentro chi ruba una mela e non fa niente a chi ruba miliardi. Sarebbe bene darsi una regolata e lasciar perdere i calcoli politici. Ritorna allora pressante il discorso della cultura che manca soprattutto ai politicanti da strapazzo e ai loro servi. Solo quella ci può salvare. Leggevo un autorevole studioso che dice che più della metà degli italiani sono da considerarsi analfabeti facendoci scendere nella classifica Ocse, che considera i paesi che leggono meno e capiscono di meno il poco che legge, a livello delle più povere aree dell'America Latina. E vent'anni di sottocultura berlusconiana hanno dato il loro notevole contributo. 

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