Volontariato sì, volontariato no!

In questi tempi di crisi, si parla del volontariato come fosse il toccasana, dal punto di vista economico e sociale, della nazione. Come aggregazione di gente buona e altruista che pensa solo al bene degli altri. Lucca, si dice che sia la capitale del volontariato, non si sa bene perché, ma tant'é. Però, facendo un esame attento della situazione, si scopre che le varie associazioni di volontariato sono un serbatoio di voti di cui usufruiscono principalmente i politici di fede cattolica essendo gran parte del volontariato, emanazione di vari enti ecclesiastici. Volontariato come carità cristiana. Ma il volontariato non è sempre di questo genere. Molto spesso corrono interessi paralleli e corrono stipendi. Corrono infiltrazioni che poi frutteranno posti fissi. Corrono, come si suol dire, raccomandazioni. Se si fanno cose utili, mi si dirà, tutto bene. Eccome, dico io, sono d'accordo. Ma poi, con la mentalità che ho sempre avuto che considera compito dello Stato, a cui si pagano miliardi e miliardi di tasse, offrire l'aiuto che viene invece demandato alle associazioni di volontariato, mi viene fatto di pensare che il volontariato è un male sociale perché in parte, occupa posti di lavoro che dovrebbero essere distribuiti agli aventi diritto. Non si parla certamente del volontariato di donnette che, per passare il tempo, fanno dire inutili preghiere ai malati negli ospedali, né a tante altre "professioni", ma intendo quel volontariato corposo che potrebbe essere un lavoro normalmente retribuito agli aventi diritto. Insomma se da un lato il volontariato fa bene, dall'altro fa male, con il difetto all'italiana, di essere un infame serbatoio di voti.

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