L' "arte" di Antony De Luca

Antony De Luca è un furbo. Con la scusa della creatività e una specie di body-art, che risalirebbe agli anni '60, con le sue brutte fotografie, si è fatta una fama nazionale. E' perciò un furbo patentato a cui si deve riconoscere una dote indiscussa di sfacciataggine e di fine perspicacia. La donna soprattutto è il suo "elemento": donna oggetto (ma come è brutto e desueto questo termine), donna che si presta nuda a fare di tutto, anche a mandare scherzosamente, con cartelli espliciti, "affanculo" lo stesso fotografo che ne inventa di tutte per sorprendere, per eccitare gli animi, per cimentarsi in performance furbe perché divertono, ma ormai scontate da tempo. La body-art, che aveva un senso di rottura con la classicità dell' arte, di ribellione verso la cultura "che non serve più a niente", una sorta di voyerismo ed esibizionismo in cui la riproduzione meccanica, video o foto, assolve ad una funzione documentativa e di indagine penetrante, è qui piuttosto una performance-art che gioca col fatto sorpresa e rottura degli schemi borghesi. Cosa possono essere infatti i percorsi in piena città fatti trascinando un sacco trasparente con dentro una donna discinta, o quelli fatti sulla neve? Ma la gente si diverte e i "mi piace" cadono dall'alto dei cieli. Antony, sei un furbo. Con le tuo foto hai fatto soldi e chi ti può rimproverare in tal senso?


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