Non sarà anche Benigni un voltagabbana?

Che fine ha fatto quel comico a tutto campo, istintivo, popolare, figlio della Toscana delle case del popolo, affossatore della morale borghese, lanciatore di invettive contro la Chiesa e la religione istituzionalizzata? Quello che eravamo abituati a vedere in Onda Libera, meglio conosciuta come Tele Vacca, girata in una stalla di Capalla con vacche, cavalli e pollame, oppure in film come "Berlinguer ti voglio bene"? E se non ci fosse stata la censura sarebbe andato in onda, in Televacca, anche lo sketch con Messeri nella parte di un prete sessuofogo. Insomma Benigni è stato il simbolo della rottura degli schemi borghesi dettati dal Vaticano, specialmente nei primi tempi, negli anni '70. Poi il successo e le capacità indubbie dell'attore lo fecero scivolare verso parti prettamente da personaggi comici in cui riuscì bene, perdendo però lo smalto di un tempo. Ora la mania di "serietà" lo ha fatto scendere a patti con un teatro tutto sommato classico e allora è spuntata la libera recita della "Divina Commedia" e poi questo "I dieci comandamenti" che francamente mi ha deluso assai. Dove sono andati i bei tempi del monologo con bestemmie di Berlinguer ti voglio bene? Come può un figlio della casa del popolo imborghesirsi talmente da togliersi le grinze del viso con il silicone? E fare gli sproloqui sull'anima e su Dio? Che forse non era credibile con un viso più disfatto? L'Italia democristiana e renziana l'ha seguito in silenzio come fosse in chiesa. Roberto, non sarai anche tu  un voltagabbana? Per interesse, naturalmente, come fanno i voltagabbana della politica.

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