Miliardi come zuccherini



Guardando la televisione, leggendo un giornale, sentendo la radio, inequivocabilmente siete invasi da notizie di somme esorbitanti di denaro che vengono elargite a man bassa a politici disonesti, amministratori indegni, manager solerti, calciatori di varie nazionalità, cantanti  agli albori, attori indegni, e chi più ne ha più ne metta in questo elenco della "inciviltà dei consumi". Mentre l'uomo medio deve soffrire per arrivare alla fine del mese e, se ha la sfortuna di avere in eredità una casupola, fare a meno di andare qualche giorno al mare per pagare le tasse esose volute da un governo che se ne frega del ceto basso e di quello medio da dove prende i quattrini per tirare avanti e per far godere i signori di cui accennavo sopra che, per carità, non devono essere toccati. E allora riparliamo un po' dopo tanti anni silenziosi, di capitalismo bello e buono. Perché se una volta i capitalisti erano pochi, ben individuati e affrontabili, ora a cominciare dalle banche, dalle assicurazioni, da tutti i poteri finanziari che dominano le borse e la finanza, per arrivare ai capitalisti spiccioli, pur conosciuti che siano, hanno acquisito la capacità di essere intoccabili. Questo è il capitalismo più pericoloso, all'americana, dove la politica è condizionata dai finanziatori dei vari candidati, dove il pragmatismo impera e il denaro è ciò che conta. La classe politica che noi abbiamo, va in questo senso e non c'è neanche da sperare in una guerra che faccia ribaltare le cose. De profùndis clàmavi ad te, Dòmine....

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