Il sorriso non paga

Ci eravamo tanto abituati al sorriso stereotipato di De Maio che ormai lo consideravamo un dato scultorio della faccia a bischero del ministro pentastellato. Un sorriso così falso e stampato che si vedeva lontano un miglio che era fatto apposta per imbrogliare gli ingenui che credono nelle buone intenzioni degli uomini politici e che ci ricordava quello di Berlusconi. Ma, dopo il declassamento del ruolo, su suggerimento di qualche amico o addirittura del consigliere all'immagine, Di Maio si è ritirato in buon ordine dalla inutile e deleteria esibizione, e, faticando non poco per costringersi a un atteggiamento che non è suo, ha giurato a se stesso che mai più sorriderà in presenza di politici, o dei suoi fan o addirittura della televisione. E così è stato, ringraziando dio, cosa che ci ha permesso di non vedere più, e speriamo anche in futuro, il ministro degli esteri che eternamente stava col sorriso stampato sulla bocca. Si è accorto, su suggerimento altrui, che il sorriso non paga e che è meglio non mentire, prima che agli altri, a se stesso.

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