Calamità, non ci resta che piangere (o farci un'assicurazione)


Il governo Monti, che è sempre meno tecnico e più politico, ne ha inventata un'altra per ingrassare i poteri forti della finanza a cui è soggetto o meglio, legato a doppio filo. Non è la tassa sui cani e gatti che aveva così tanto di ridicolo che il progetto di legge è stato ritirato subito fra le risate di tutti, no, è una cosa ancora più grave.
Più grave, perché se c'è una catastrofe come un alluvione o un terremoto, lo Stato non paga più i danni ai cittadini. La norma fa parte del decreto di riforma della Protezione Civile varato nei giorni scorsi dal governo che reintroduce il meccanismo della precedente legislazione sulle calamità bocciato dalla Cassazione. Il nuovo meccanismo prevede infatti che in caso di calamità naturali, le risorse debbano arrivare attraverso le Regioni, dall'aumento dell'accise sulla benzina (e dai!). Si prepara perciò una doppia disgrazia: oltre all'evento disastroso anche l'aumento della benzina. Ma cosa più grave ancora è che il tutto apre la strada all'assicurazione privata contro le calamità, che coprirà solo una parte del disastro, se è gravissimo. Insomma un'altra mano al capitale che ci comanda perché, come ha detto Franco Gabrielli capo della Protezione Civile, "nel futuro dovremmo pensare alle assicurazioni perché lo Stato non è più in grado di fare investimenti sulle calamità". Insomma nel culo ci si prende ancora una volta noi, cittadini che paghiamo regolarmente le tasse che servono anche per finanziare la bella vita dei parlamentari, dei capi-azienda dello Stato o degli enti pubblici, e degli "esperti esterni" che vengono a sfruttare la situazione come tanti mafiosi. Grazie di cuore Monti. Il terremoto dell' Emilia è giunto a pallino!

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