Cinematografo: una trasmissione da (non) perdere


Gigi Marzullo ne va orgoglioso tanto che al termine della trasmissione tv, (si tratta di Cinematografo che va fortunatamente in onda nella tarda notte di sabato), ci tiene a ribadire che è l'unica della televisione che tratta di cinema. E non è vero perché ce ne é una sulla 7 e un'altra su Sky. Ma anche se fosse, poco conta la singolarità, l'importante è quello che si dice. Perché se i servizi sono uno spot per tutti, proprio tutti i film, sarebbe stato bene che Marzullo avesse chiarito che quella trasmissione è l'unica divulgativa di tutto il cinema buono o cattivo che sia, perché le mazzette pubblicitarie la fanno andare avanti. I personaggi che ne danno vita, ve li raccomando.
Da Anselma Dell'Olio, truccatissima e rifatta che rispetto a come era conciata una volta da vecchia zitella, oggi è un fiore anche se velenoso. Un'Anselma critica (ma chi l'ha nominata) che si avvale, soddisfatto Marzullo, dello sfoggio di una pronuncia dell'inglese biasciata all'americana come se noi, deficienti spettatori, non si capisse un tubo. Critica dunque, che dice bene di tutti i film ( ha avuto il coraggio di trovare bellino "American Pie") salvo di aver da ridire, spalleggiata da un Valerio Caprara fazioso che di più non si può, ( ma cosa insegnerà ai suoi allievi?), dei film con una parvenza di sinistra o di attori dichiaratamente non di destra. I personaggi di contorno sono squallidi: o fanno da eco all'Anselma, o dicono cose che vorrebbero essere spiritose come fa Massimo Bertarelli schiavetto del "Giornale" di Berlusconi. Tutti rigorosamente di destra che sembra abbiano dato l'esame di ammissione sul Mein Kampf. Una trasmissione deteriore che fa male alla cultura perché crea nello spettatore l'idea che il cinema sia una cosa futile, inutile come una fiction televisiva, da accettare in blocco come si accetta uno spettacolino tv di prima serata. Non si accenna mai alla sostanza estetica del film, non si sponsorizzano i film di qualità, non si ha il coraggio di dir male neanche di indiscusse boiate che fanno rabbrividire un pubblico quanto meno cosciente. Sarà l'unica sedicente trasmissione tv sul cinema ma meglio se fosse presentata come l'unica trasmissione tv contro il cinema. Perché non fa altro che male a un'arte che si meriterebbe di essere in tal senso valorizzata.


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