Bellocchio, Leone d'oro? No, grazie!



Si leggeva sui giornali, si ascoltava alla televisione non solo nella demenziale trasmissione di Marzullo, che "Bella addormentata" di Marco Bellocchio era in lizza per il Leone d'Oro al Festival di Venezia. A sconfitta avvenuta si insiste nel dire che era un film degno del primo premio. Bellocchio, intervistato, non ha mascherato bene il disappunto rivoltando la frittata accusando i critici che affermano: il cinema italiano è provinciale.
A mio avviso non hanno torto i critici perché la ragione del poco successo internazione dei film nazionali è da reputare al loro provincialismo. E forse provinciale è anche "Bella addormentata". Certamente dire che l'ultimo film di Bellocchio è una schifezza sarebbe troppo, ma che non è un bel film mi pare giusto. Non è bello perché, pur condotto con estrema professionalità come si addice ad un regista quotato, risente del clima retorico creatosi intorno al caso Eluana Englaro. Cosicché i personaggi per lo più sono forzati, sopra alle righe e il racconto risulta schematico. L'onorevole che dà le dimissioni per un caso di coscienza legato a la morte di Eluana, la figlia bacchettona che scopa volentierissimo con il fratello di chi le ha gettato con disprezzo un bicchiere d'acqua sul viso, e quest'ultimo stesso, e ancora il personaggio della drogata che un medico abbastanza imbecille salva, la madre miscredente di una ragazza in coma che rinuncia al mestiere di attrice per rifugiarsi in una mistica clausura, il figlio della stessa attore fallito e giù giù per una china che porta il film a situazioni addirittura banali, creano disagio allo spettatore che per di più si annoia. Insomma ci sarebbe tanto da dire sul film ma sembrerebbe di bombardare sulla croce rossa. Mi limito a quanto detto sopra confermando che, a parer mio, buona parte del cinema italiano è provinciale.

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