Dov'è la pittura a Lucca?


Un'opera di Antonio Possenti
Lucca non è mai stata città di pittura. Nel passato anche antico non ha mai avuto pittori di spicco. Un neo che deturpa, anche se leggermente, l'importanza artistica di una città bellissima. E pensare che certi luoghi sono famosi in tutto il mondo per serie di affreschi di grandi artisti, come Arezzo assai più insignificante di Lucca, che è  nota per i dipinti di Piero Della Francesca. I musei di Lucca sono poveri e per niente entusiasmanti.
La storia dice che al depauperamento contribuì Napoleone che riempì il Louvre di quadri lucchesi. Tutto da verificare. Anche nell'era moderna Lucca ha avuto pittori magari ottimi dal punto di vista tecnico, ma retrogradi da quello creativo. E' una città che in tal senso è sempre stata al traino di mode ormai obsolete. Che fa di questi tempi? Niente. Negli anni '60 e '70 ci fu un risveglio che faceva preludere a momenti felici. E per due o tre decenni questo avvenne. Si creò, influenzati da un pittore dalla forte originalità e personalità, uno "stile lucchese", discorsivo, raccontativo, fabulistico  a cui aderirono molti pittori validi ancor oggi. Ci fu anche chi si distaccò da esso creando uno stile proprio. Insomma furono decine di anni in cui la pittura a Lucca era viva e prolifica. Ma dopo di loro chi mai è apparso degno di interesse? Chi ha detto qualcosa di nuovo? La pittura nella nostra città si è fermata alla generazione degli anni '50. Dopo, il vuoto. Certo, non è un fatto solo lucchese indubbiamente, ma mentre nelle città limitrofe c'è un certo fervore che approda a tentativi di fare riemergere qualcosa di "simile", a Lucca tutto tace. Eppure mi capita a volte di parlare con giovani bene intenzionati ma che non hanno possibilità di emergere. Indubbiamente la mancanza di strutture è fondamentale, ma credo che non sia colpa solo di quella. La impossibilità di vendere è un deterrente importante e se stentano a vendere quelli conosciuti, si può immaginare i pivellini. Dobbiamo concludere che, a parte i mostri sacri, come Cristo si fermò a Eboli, la pittura a Lucca si è fermata agli anni '70.

Commenti

  1. E Jacopo Da San Martino alla Biennale di Venezia?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Jacopo da San Martino è uno dei tantissimi che Sgarbi ha infilato, come salacchini in uno botticella, nei vari padiglioni della Biennale che ho visitato attentamente traendone un pessimo ricordo. E' stata un'accozzaglia spaventosa di nomi e nomignoli indegna. Nulla da eccepire su certi valori (di Lucca non c'era, come "giovane" il solo Da San Martino rappresentante come molti altri, degli ex alunni delle accademie, oltre a molti "vecchi" sparsi nelle sedi regionali che forse facevano meno schifo del padiglione Italia), ma è fuor di dubbio che a Lucca non c'è presenza significativa della "pittura giovane". E' una tendenza indubbiamente nazionale o addirittura internazionale, ma tant'è.

      Elimina

Posta un commento