Ogni
tanto bisogna rilassarsi. Basta per un po' della politicaccia, quella che
dovrebbe agire per i nostri interessi e invece studia sempre un nuovo sistema
per mettercelo nel culo. Guardiamo un po' cosa c'è intorno a noi che ci possa
dare un po' di soddisfazione. Il cinema? Non è che passi un momento felice. In
America mancano i grandi autori e i grandi interpreti. La stagione dei Kubrick,
degli Scorsese, dei Coppola e via discorrendo, di attori come De Niro, Hoffman,
Pacino, Nicholson eccetera, è finita. Ora i film più sono idioti, e più hanno
successo di pubblico. Per non parlare del cinema italiano che al di là di due o
tre nomi interessanti, si ciba di commediole insignificanti o giù di lì. Allora
non ci resta che la letteratura.
Fra miriadi di nomi provenienti da ogni parte
del globo, c'è sempre qualcuno che merita la nostra attenzione e, a volte, la
nostra passione. Ma è comunque piacevole leggere o rileggere scrittori del
recente passato pronti sempre a entusiasmarci. Ho comprato un mese fa un libro
che è la summa di quattro romanzi di John Fante, un autore che conoscevo da
tempo e di cui ero e sono innamorato. Intitolato "La storia di Arturo
Bandini" (Einaudi) è una specie di piccolo Meridiano che comprende i
romanzi "Aspetta primavera Bandini", "La strada per Los
Angeles", "Chiedi alla polvere", "Sogni di Bunker
Hill". Fante è un autore che avvince con una prosa fresca, intrigante,
originale, scapestrata, quella che aveva affascinato Bukowski che gli fu al
capezzale fino alla morte, quando il diabete lo aveva fatto diventare cieco e gli
aveva procurato l'amputazione delle gambe. Eppure in quello stato riuscì a
dettare alla moglie un romanzo, appunto quel "Sogni di Bunker Hill"
presente in questo libro. Non sono un critico letterario perciò esprimo la mia
opinione suffragata solo dall'esperienza di migliaia di libri letti. Posso dire
che John Fante riesce, con la descrizione di un alter ego pieno di passioni, di
contraddizioni, di bontà e cattiveria, a dare corpo a un personaggio che è
diviso in tre: uno che vuole diventare uno scrittore, uno cattolico spiacente
di esserlo intriso com'è di combattuto moralismo e l'altro un ragazzo
innamorato con tutte le sue contraddizioni. E poi ci sono i personaggi della famiglia
con la madre bigotta e il padre prepotente e donnaiolo. Ma il discorso sarebbe
lungo. Vi invito a leggere il libro convinto di essere di fronte a uno
scrittore dei più importanti della letteratura americana con il suo
istrionismo, la sua impertinenza, la sua ira e i suoi tratti ironici e
commoventi.
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