Sono
convinto che nel giorno dell'inaugurazione le centinaia di visitatori non
abbiano potuto ammirare appieno la suggestiva messa in scena, si può dire
proprio così, della mostra "Ruote d'Artista"allestita alla Sala
Tobino del Palazzo Ducale. Perché i visitatori, causa l'intasamento degli
spazi, impedivano essi stessi la visione globale che, a mio avviso, aldilà del
valore dei singoli quadri, è quello che conta. Perché Mauro Lovi non ha voluto
partecipare giustamente con un quadro all'esposizione essendo lo mostra stessa
un'immensa installazione che lui ha creato. In un certo senso è la mostra di
Lovi, una singolare, ripetiamo, installazione formata da ben 90 opere di
pittori e scultori certamente di vario livello, ma tutti impegnati a dare il
meglio di se stessi. Sembra che i quadri siano un pretesto, e in un certo senso
lo sono, per creare un'opera unica che è appunto l'installazione-mostra di
Mauro Lovi. Poi, se vogliamo esaminare singolarmente le opere, lo possiamo fare
traendone vario piacere. La singolarità della forma unica per tutti, il cerchio
che si ispira alla ruota della bicicletta, (la mostra è stata allestita in
occasione dei campionati del mondo di ciclismo), ha smosso la fantasia dei
pittori e degli scultori che hanno, in qualche occasione, creato opere quanto
meno divertenti. Una esposizione in conclusione, che invitiamo a vedere e che
sarà aperta fino al 30 settembre.
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