Si
è tanto parlato del cinquecentesimo anniversario delle Mura e non si è
combinato niente di buono. Pisa ha avuto articoli di giornale e servizi
televisivi per la riapertura di quei quattro passi delle sue mura scalcagnate e
noi, intendo gli organi competenti a cominciare dalle amministrazioni
pubbliche, non siamo stati buoni a propagandare l'avvenimento. Sì, c'è
transitato il mondiale di ciclismo, ma chi l'ha visto la mattina presto il
servizio sulla partenza della corsa che è quella, intendo la partenza, che non
interessa neanche ai patiti del ciclismo? Insomma un fallimento completo
compresa la notte bianca che poteva essere rimandata perché si sapeva da tempo
che sarebbe stato brutto tempo. E poi, cosa ha voluto dimostrare la postazione
di statue marmoree di un'artista pressoché sconosciuta e che è costata decine
di migliaia di euro per il solo trasporto e messa in loco? Che c'azzecca con le
Mura? Bene, facciamo conto che non sia successo niente. Ma la decenza di
ripulire il monumento dalla erbaccia che lo infesta non è sembrato doveroso a
quelli che si sono fatti grandi con l'avvenimento? Le foto che qui riproduco
sono solo una minima parte del tutto. Ma voglio mostrarle per far vedere come la
cinquecentesche Mura sono conciate. Ci vorrebbero le pecore che la pittrice
Varetti ha dipinto in uno dei suoi quadri, pecorelle che brucano l'erba salendo
su per la muraglia di mattoni. Un quadro che, al di là del suo spirito
surreale, vuole essere una nota polemica su come le nostre Mura sono trattate.
E allora, pochi discorsi e più fatti e rispettiamo un monumento unico al mondo.
Per lo meno togliamoci le erbacce!
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