"Video,
ergo sum" . Se non bastassero le testimonianze quotidiane di cui non si
può fare a meno, c'è stata la festa per Mario Sonsodo a farcelo ricordare. Da
sempre considerato come uno svitato e da tutti conosciuto per quella sua mania
di sentire canzonette da radioline vetuste e, ogni tanto, di accentuare i
motivi con la sua voce baritonale e sgraziata, era in fondo simpatico a tutti e
tutti lo sopportavano. Poi, un giorno, a seguito di una spiacevole avventura
che lo aveva depauperato dei pochi soldi che
aveva, ecco Le Iene piombare a Lucca per un servizio sul nostro eroe e
portarlo anche in Svizzera per fargli vedere dove i truffatori gli avevano
promesso di andare insieme a lui per fargli fare una vita d'amore. Dalla
apparizione in tv, la fama di Mario Sonsodo è crescita a dismisura tanto che
qualcuno ha pensato addirittura di festeggiarlo in piazza sotto i fari delle tv
locali. L'effetto "video ergo sum" era stato raggiunto e, con la
scusa di rendere omaggio a un redivivo dall'imbroglio, la gente, numerosa, ha
sostanzialmente preso in giro il disgraziato che si prestava a tale genere di
berlina. Che senso ha avuto tutto questo? Qualcuno me lo deve spiegare perché
non riesco, e con me tanti, a dare un significato a tutto ciò. Se non quello di
un provincialismo deleterio.
Una nazione di merda, e nella merda si staglia l'arborato cerchio...
RispondiEliminaNon c'e' alcun senso, chiaramente, se non l'impero dilagante dell'apparire in ogni modo. Anche per due menutini, che magari poi l'apparizione ti spiana la strada per il Grande Fratello, Amici, o il budello di tu ma' vestito da pirata.
Non riesco a capire come sia potuto succedere tutto questo...