Foto tratta da "La Nazione" |
La
recentissima sconfitta meritata dell'Italia ai Campionati del Mondo, fa fare
tanti discorsi a bischero a cronisti e telecronisti, a giocatori e allenatori,
a esperti e inesperti, che ora sono tutti pronti a criticare mentre un giorno fa
si dichiaravano fiduciosi in un sicuro riscatto degli azzurri. Nessuno che
abbia avuto il coraggio di dire la verità: l'Italia perde perché non ha
giocatori, nello specifico attaccanti, di livello mondiale. Se si toglie Buffon
e Pirlo (chapeau!) e qualche altro della difesa, il rimanente è composto di
giocatori di livello medio escluso forse Balotelli che però ha il difetto di
fare il cretino e di riuscirci. Se si sentono le dichiarazioni, anche quelle di
Prandelli, si dà la colpa al caldo (27 gradi!), all'arbitraggio, ma non si dice
che quelle nullità non hanno fatto un tiro in porta. E le partite non si
vincono, anche contro una squadretta come si è rivelata l'Uruguay, se non si fa
gol. E' una regola matematica. Due più due fa quattro. E non si vincono se non
si lotta per vincere dimenticandosi che il pareggio è utile. E infatti la
condotta della squadra italiana, sin dall'inizio, è stata la condotta di una
squadra senza coglioni, che si accontentava del solo pareggio. Il quale, come
volevasi dimostrare, non è arrivato. Purtroppo il futuro promette poco perché
se non si incrementano le scuole di calcio, i buoni giocatori italiani saranno
sempre più scarsi. E a nulla serve il riesumare quel patriottismo abbastanza
idiota frutto non di ragionamento, ma di ignoranza.
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