Dopo
le dimissioni della direttrice della Fondazione Puccini Gabriella Biagi
Ravenni, dovute a divergenze finora non quantificate e qualificate, ma
senz'altro politiche, è scoppiato il finimondo. Ovviamente tutti addosso al Sindaco,
probabilmente a ragione perché non muove foglia, in particolare da parte di
Andrea Colombini, patron di "Puccini e la sua Lucca". Ora sul
Colombini bisogna levarsi tanto di cappello perché è l'unico privato che si è
dato da fare per propagandare l'immagine del grande musicista, ma a lui come
agli altri bisogna dire che si sono fatti sentire tardi, troppo tardi. Le loro
rimostranze, o quelle degli enti addetti dato che molti dei personaggi che ora
parlano erano appena nati, andavano fatte per lo meno trent'anni fa. Era quello
il momento di impostare un piano di valorizzazione del Puccini che ci è stato
maledettamente scippato da Viareggio e Torre del Lago. Era quello il momento di
impostare un piano che nel tempo avrebbe potuto trasformare Lucca in città con
modestissima stagione lirica,
inesistente casa natale, inesistente monumento ricordo e via di seguito,
nella vera patria di Giacomo Puccini, il musicista di opere liriche più
conosciuto nel mondo. Come Salisburgo che vive su Mozart. Invece per negligenza,
incapacità, incompetenza, paura di fare il passo più lungo della gamba, oggi,
nonostante il monumento fatto da privati, la modestissima casa natale, la poco
significante stagione lirica, siamo al punto di partenza. E si sta a
battibeccare per un posto al sole malato di una città che, anche in questo
campo, dorme la grossa come i filugelli. Direbbe Totò: "Ma mi faccia il
piacere!!!!"
Commenti
Posta un commento