La morte di Pino Daniele trasformata in sceneggiata napoletana


Sì, niente da eccepire, era un bravo cantante, del resto come ce ne è altri, ma diamoci una regolata! Non aveva senz'altro la statura di Eduardo e, per uscire dall'ambito di Napoli, di tanti cantanti, registi e attori che ci hanno lasciato quasi in silenzio. Per non parlare di scrittori, pittori e scienziati. Meritava senz'altro un saluto caloroso ma non un coinvolgimento totale dei media che non può fare altro che stizzire il pubblico normale. Perché quanto è successo (doppio trasporto, dubbi sul dolo di chi doveva prestare soccorso, doppie sepolture eccetera eccetera) fa parte della passionalità dei napoletani che si accalorano per ogni cosa anche illegale, salvo poi a tenere in casa un altarino in omaggio a San Gennaro e consoci. Fa parte della classica sceneggiata napoletana che ormai è inserita nella cultura o subcultura di quella città. Nella sceneggiata si esagera su tutto come oggi si è esagerato nelle celebrazioni di Pino Daniele che non fanno certamente bene né alla sua memoria né all'immagine di una città, né ai mass media che si sono buttati a pesce sulla notizia senza un minimo di criterio critico e autocritico.

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