Carceri: con la trombata il grand hotel è assicurato

Clip dal video "Per fare l'amore" di Irene Grandi
Molti anni fa mi capitò di andare nel carcere di San Giorgio per un esame scolastico a un internato politico, uno delle Brigate Rosse. Certamente non ero a livello della mia collega che si immaginava che tutti i carcerati fossero vestiti tutti uguali con quella specie di pigiama a grosse strisce, ma anch'io fui sorpreso nel vedere girovagare in qua e là uomini, per lo più giovani, in tuta da ginnastica o jeans. Credevo che fossero guardie carcerarie, e invece erano i detenuti. A distanza di quasi cinquanta anni, non oso immaginare come sia cambiato quell'ambiente. So solo che c'è chi si fa portare tutti i giorni il pasto dal ristorante vicino, che le celle hanno la tv, che c'è chi usa il computer come fosse in ufficio. Insomma certamente una reclusione ma non di quelle che siamo abituati a vedere al cinema. Comunque non basta per i poverini. C'è una proposta di legge che prevede una volta al mese, la concessione di moglie o compagna o prostituta, per una o 21 ore, ovviamente per farci l'amore. Insomma le carceri stanno diventando una specie di Grand Hotel per sfortunati. E' giusto, non è giusto? Gran parte del pubblico dice no, anche se in diverse nazioni d'Europa si fa già, ma c'è chi dice che come si dà da mangiare e da bere, si deve dare anche da trombare. Altrimenti si incrementa la masturbazione e l'omosessualità imposta ai più giovani. A questi poveri di spirito bisogna dire che il mangiare e bere è indispensabile per vivere ma non l'attività sessuale che può essere benissimo sostituita con la masturbazione. Di uomini segaioli è pieno il mondo, non sarà grave se ce ne è qualcuno anche nel carcere. Per l'omosessualità imposta ai giovani, basterebbe una maggiore sorveglianza con esemplari pene. Insomma il carcere invece di essere una punizione, come sarebbe giusto, e, aggiungo, una punizione vera che faccia soffrire, si sta trasformando, se si esclude i pochi casi di carcere duro, in una specie di Grand Hotel che ha il solo torto di avere le sbarre alle finestre.

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