Immagine tratta da "Berlinguer ti voglio bene" |
Pochi
forse ricordano Tele Vacca e il film "Berlinguer, ti voglio bene". E
altri spettacoli dove veniva fuori il vero Benigni: dissacrante, laicissimo,
contro la retorica ufficiale e il perbenismo, in lotta con il potere dominante
eccetera eccetera. Quello era il vero Benigni, un comico puro, che si
distingueva dagli altri per il suo fare popolano-disinvolto. Poi i film a parte
divertenti, a parte sentimentali, come il vincitore dell'Oscar "La vita è
bella". Si sa, l'Oscar raramente è stato vinto da un bel film. Per
accontentare le case di produzione, deve essere piacevole e a volte lacrimoso.
Comunque da lì Roberto Benigni è andato in discesa senza freni. Cominciò con lo
sposarsi in chiesa, bestemmiatore pentito, e poi con Il Paradiso di Dante, con
l'esaltazione della Madonna, infine giù giù fino ai Dieci Comandamenti. Va
bene, lo farà per i "danè" come dicono a Genova. Ma andare a
presentare il libro del Papa, simpatizzare con lui, dire le cose più
catechistiche che si può, è stato troppo. Sorge il dubbio onesto che lo faccia
per ipocrisia, oppure che gli anni lo abbiano fatto rimbischerire. E' come il
comunista che diventa fascista. E' questo voltafaccia che ci ha fatto
incazzare, un voltafaccia che da lui non ce lo aspettavamo, come fosse lo
Scilipoti dello spettacolo. Non c'è da attendere ora che lo immortalino nelle "immaginine"
come San Roberto il Toscanaccio.
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