Il
caso di Giulio Regeni, studente ricercatore universitario andato in Egitto per
approfondimenti culturali, barbaramente
torturato e ucciso dalla polizia egiziana che lo ha fermato e poi carcerato, è
non solo un caso enigmatico, ma un caso di vergogna nazionale. Infatti pur
sapendo, guarda caso da fonti straniere come l'americano New York Times,
l'implicazione dei servizi statali, nessun uomo politico, nessuna fonte
giornalistica (escluso il Manifesto a cui il giovane collaborava) o dei mass
media, pur conoscendo la verità, ha preso decisamente le difese del povero
Regeni incolpando lo stato egiziano. Ragioni di opportunità politica?
Senz'altro. E qui è lo schifo! Per non disturbare i soliti magnati di petrolio,
gas e affini, non si difende la memoria del ricercatore dandoci da fare a
seguire le tracce che altri conoscono, ci se ne frega dei cittadini onesti che
vanno all'estero per perfezionare la propria cultura, barbaramente torturati e
uccisi perché disturbavano la quiete del'infame
dittatura. Ha fatto bene Di Battista, l'unico, che ha definito" vergognoso
che notizie su Regeni ci arrivino da media stranieri. Italia da zerbino europeo
a tappeto arabo." Ma non sarà perché era un giovane di sinistra, caro
Renzi che stai zitto come una talpa? Se si fosse trattato di un missionario o
di qualche "democristiano" amico tuo, forse avresti mosso il culo.
Commenti
Posta un commento