Foto tratta da Blitzquotidiano.it |
Un
assassino come un eroe. Così si vuol trasformare un caso pietoso di
"omicidio per sbaglio" in una vittoria militare. Cosa avrà promesso
il ministro Gentiloni all'India per il ritorno in patria del marinaio che,
assoldato da una petroliera, ha sparato contro due pescatori scambiandoli per
pirati uccidendoli? Quali scambi commerciali? Quali mazzette? Tutto tace. Ma la
pretesa di fare sfilare Girone nella parata del 2 giugno, è una cosa tanto
assurda da far risorgere il dubbio, se per caso se ne fosse andato, sulla
stupidità degli italiani, sul loro equilibrio psicologico e su quello della
comunità politica e della nostra comunità mediatica. Girone e La Torre non sono
eroi e non sono prigionieri di guerra. Sono militari italiani imputati dalle
autorità indiane di avere, per un tragico equivoco, ucciso due pescatori
scambiandoli per pirati. Fino ad ora sono degli assassini forse colposi.
Certamente meritano solidarietà umana e tutela legale. Meritano di essere
assistiti e difesi dalle autorità del loro paese. Ben altra cosa sono le
fanfare con le quali la destra, scioccamente, promette di accoglierli. I reduci
di guerra sono reduci di guerra, gli eroi sono eroi. Qui si tratta di
lavoratori travolti da un destino sanguinoso, per giunta sanguinoso a carico
d'altri. Dimostriamogli solo l'affetto che meritano e niente altro. Bando ad
un'accoglienza da gran pavese, fracassona e retorica, smisurata rispetto
all'evidenza dei fatti. Festeggiare equivale a sottovalutare il lutto di povera
gente d'India. Tenere insieme il nostro sollievo e il loro dolore sarebbe il
giusto, ma ci vorrebbero una delicatezza e un equilibrio fin qui poco
rappresentati.
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