In
questi giorni notizie orripilanti hanno riempito le pagine dei giornali. Fidanzate
bruciate, mogli uccise, e via di seguito, ma la notizia che in un certo senso mi
ha sconvolto è stata l'uccisione a colpi di ascia dei suoi genitori operata da
un minorenne con l'aiuto di un amico pari età. Per ragioni banali, come le
sgridate che diamo tutti ai nostri figli quando non studiano, prendono brutti
voti e fanno i cazzi loro. Probabilmente c'è la droga di mezzo ma certamente
questo non attenua, ma semmai appesantisce il macabro fatto. Un omicidio che ci
ha colpito intensamente, ma, allo stesso tempo quello che ci ha fatto incazzare,
è stata l'opinione degli psicologi, in particolare di Paolo Crepet abbonato
alle presenze televisive, che hanno parlato di non metterli in carcere ma di
fargli un processo di rieducazione. Che tutti gli psicologi siano scemi, è un
dato di fatto, Woody Allen insegna, succubi di una materia inutile che dà adito
a tutte le interpretazioni, ma che si arrivi a tanto è quasi incredibile. Non
sono bastate le esperienze di assassini di genitori messi in semilibertà perché
"rieducati", che "liberi" magari hanno tentato di ammazzare
un parente, per far ricredere sull'inutile rieducazione. Le menti malate non si
rieducano ma si curano e se non basta la cura i colpevoli si rinchiudono in
eterno in galera. Oppure, che sarebbe meglio, si mettono contro a un muro e,
come in Cina o Cambogia, si sventagliano di pallottole.
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