Manca una visione critica


Il cinema è una delle arti-spettacolo in piena decadenza. La televisione, il computer, i telefonini tuttofare, hanno messo in crisi la settima arte a cui è seguita la chiusura di quasi tutti i vecchi cinema e la proliferazione delle multisale con locali poco capienti, oggi in crisi anch'esse. Certo le ragioni a cui ho accennato sono importanti e determinanti, ma viene voglia di pensare che anche la qualità dei film abbia la sua parte di responsabilità. Già lo sapevo, ma l'altra notte me lo ha riconfermato la trasmissione Cinematografo condotta da Marzullo. Tutti i critici (o meglio pseudocritici) interpellati e altre persone a mio avviso incompetenti come presidi eccetera, hanno detto la loro sui film in programmazione e tutti sono stati d'accordo sulla buona o eccellente qualità di essi. Ora, se non fossero sollecitati dalla case distributrici, tutti non sarebbero certamente così "buoni" con opere che non valgono una cicca, con film deleteri, fatti spesso anche male che non meriterebbero neanche una menzione. Va bene che il gusto sia cambiato, che i giovani siano abituati solo alle storie fantasy dei fumetti, che l'interesse di cinema come arte sia svanito come neve al sole, ma così è troppo. In un panorama scarsissimo, si abbia il coraggio di dire una volta ogni tanto quello che si pensa realmente di un film, ricordandosi come era e come deve essere il cinema valido dal punto di vista artistico, che vuol dire capacità di un mezzo espressivo come il cinema stesso, di esprimere emozioni, sentimenti, sensazioni, quelle che appartengono al genere umano e non quelle che appartengono alla conformista fantasia dei giovani e giovinastri male educati dal web o dalle tv.

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