Le verginelle del cinema

Foto tratta da Favim.com
Basta sfogliare un giornale, un quotidiano normale, non quelle troiate di riviste di pettegolezzi o gossip, come si chiamano ora, per accorgersi in che mondo si vive. Non vi dico neanche di mettersi davanti alla televisione con le D'urso e altre che imperversano nella falsa difesa della donna. Neanche i telegiornali ne sono rimasti immuni. Fatto sta che il caso delle verginelle del cinema che dopo venti anni, quando ormai sono in decadenza come dive e hanno bisogno di pubblicità, vengono fuori con la storie delle violenze e degli stupri. Come fossero verginelle tentate dal diavolo. La cosa, (ti pare?), nata in America dove il puritanesimo va di pari passo con la sfrenata attività sessuale e con la delinquenza in gran parte giovanile, la storia delle concessioni forzate di sesso, è passata in Europa e, naturalmente in Italia. Come se non si sapesse che il cinema, una donna di modeste qualità recitative, lo conquista anche e soprattutto con lo stuzzicante organo sessuale femminile (e per i gay con quello maschile). A sentire le molte trasmissioni che ha dedicato all'argomento la tv sfruttando il momento, queste cose sono di ora, scandalose per il senso comune che crede, o fa finta di credere, che le donne, e in particole le attrici, siano verginelle tutta casa e chiesa. L'ambiente cinematografico è sempre stato così. Dove c'è possibilità di fare carriera, di guadagnare, di avere notorietà, la donne le tentano tutte e in particolare le tentano sfruttando le loro doti femminili che recano anche un indubbio piacere. Forse gli uomini si sentono i soli tenutari del piacere sessuale? Ma no, non siamo nel medioevo dove le donne che facevano l'amore erano considerate streghe secondo i dettami della Santa Madre Chiesa. Siamo nel 2017 e lo stupro nel senso detto dalle attrici o attricette non esiste. Esiste invece la volontà di cedere alle avances dell'uomo importante che può creare un carriera. Le donne godevano anche loro, eccome! Tutto qui.

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