Foto tratta da CalcioNews24.com |
Non
essendo nazionalista e nemmeno tifoso nel senso deteriore della parola,
scusatemi, ma ho goduto come un matto della non ammissione dell'Italia ai
Campionati del Mondo di Calcio. Non perché non mi piaceva il povero (o ricco?)
Ventura, il presidente della FGC Carlo Tavecchio e tutto il "corrimi di
dietro", come si dice a Lucca, ma solo perché il calcio, e in particolar
modo quello italiano, è il deleterio ritratto dell'Italia tutta. E poi, via,
questa gentaccia viene pagata milioni e milioni di euro mentre un disgraziato
che lavora otto ore in fabbrica e tanto
più nella metallurgia, guadagna a malapena per vivere. So e confermo che questo
è il frutto del capitalismo sfrenato all'americana e oggi si può dire come quello
dell'Europa intera e anche dell'oriente, guardiamo semplicemente la Cina. Ma è
possibile che si pensi piangendo a un mondiale
giustamente mancato e non a questa gente, che poi siamo noi, sfruttati e
bistrattati dai grandi poteri finanziari? Allora, rimettiamo le cose al loro
posto. Cominciamo a far pagare metà dello stipendio in tasse ai giocatori e alla
compravendita degli stessi, limitiamo drasticamente l'ingresso a suon di
milioni dei giocatori stranieri, e riportiamo
tutto a un livello decente, se non possiamo, è ovvio, ritornare a un dilettantismo oggi
impossibile.
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