Foto tratta da pensierieparole.it |
Certo,
ai tempi della mia gioventù, si andava vestiti quasi tutti uguali, e non era
certamente bello. Le stesse giacche, gli stessi cappotti, le stesse camicie, la
stessa, o su per giù, pettinatura. Ma la cosiddetta civiltà moderna ha rivoluzionato
la moda in maniera non solo sfacciata, ma a volte incomprensibile. Non ci si
accontenta di cambiare colore ai capelli, di
cambiare assetto di jeans, di indossare scarpe di diversa forma e natura,
anche se brutte. No, siccome le industrie e i mestieri implicati, (cioè gruppi finanziari che dettano i gusti e li
fanno cambiare ogni levata di sole) hanno bisogno di vendere e di incassare
quattrini, inventano le più assurde "mode" che poi si riflettono su
tutto lo stile di vita dell'individuo. Così si vedono jeans strappati che una
volta erano segno di povertà, scarpe da ginnastica indossate anche d'inverno
senza calzini, capelli, specie ai maschi, in strane forge, dalla testa tutta
pelata alla Mussolini (che una volta ci si vergognava a mostrare anche se malati
di alopecia e coprivamo con un cappello temendo di essere scambiati per seguaci
fascisti) alla rasatura ai lati, dai capelli bitorzoluti che sembrano
stronzetti di varia forgia alle creste di gallo. Quasi tutte forge che fanno
risaltare maledettamente gli orecchi a sventola che oggigiorno non si
nascondono come una volta, ma si sbandierano come pregio. Per non parlare delle
barbe lunghe a maomettano. Roba da matti: il brutto come valore!. Va bene che
la moda segue i tempi e in tempi che corrono anche lei deve correre. Ma un po'
di buon gusto ci vorrebbe negli individui e non seguire quello che fa comodo
solo al grande capitale che specula sulla bischeraggine del popolo tutto a cui
ha inculcato la voglia di cambiare in brutto o in bello che sia.
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