Sabato
scorso mi recai nell'auditorium della Fondazione Banca del Monte per
l'inaugurazione della personale di Ugo Nespolo. Il pittore torinese è
senz'altro un nome importante nel panorama della pittura italiana e non sto qui
a dire cose in questo senso contrastanti. Invece mi piace parlare della
manifestazione perché è stata l'ennesima occasione (il mestiere che faccio da
tanti anni me ne dà atto) per sentire discorsi inutili, vuoti, retorici, e
rompipalle. Vacui discorsi sull'arte da parte degli intervenuti tanto che se
c'è stato uno che si è salvato, questo è stato proprio Nespolo che, pur cadendo
nell'"auto osanna", ha parlato più sensatamente degli altri. Quelli
che sempre hanno usato gli stessi termini ultrasonanti per mediocri e
mediocrissimi pitturucoli da strapazzo, o pittrici con la fica bollente. Ma
vogliamo o no fare un distinguo? Ebbene, a parte questo, la cosa che mi ha
fatto rabbrividire è stato il leccaculo perpetrato a man bassa, fatto con
parole altisonanti che sembravano decisamente ridicole. Arte, maestro, concettualimo,
radice pop, influenza delle avanguardie che, se scritto in un contesto
particolare, è un conto, ma detto così perché tutti lo dicono, è un altro.
Insomma è stata la festa delle vanità pseudointellettuali in cui la parola che
ha dato più noia è stata maestro. Questa maniera insulsa di promuovere la
vanità di un artista, chiamiamolo così, dandogli l'epiteto di maestro, è
invalsa appena un artista, richiamiamolo così, raggiunge un certo successo.
Maestro di che? Nessuno è maestro, neanche a se stesso. Maestro del cazzo!
L'unico maestro è quello che abbiamo avuto nella scuola elementare. Gli altri,
come maestri, sono tutti cazzoni, anche se non gli piace sentirselo dire.
Le tue parole m'intrigano, danno elegante forma ai miei pensieri circa il fenomeno dell'evento artistico, sempre utile per un bicchiere di bianco, per lo scontato incontro, la rituale parola (noiosamente ripetuta con retorica scolastica senza odore) e quasi mai per l'affermazione di un solo dubbio, in un ambiente così conservatore, giusto, corretto che non può permettersi neanche l'ombra puzzolente di una poesia.. alessandro
RispondiElimina...passano gli anni ma la stoffa è sempre quella...grande mario
RispondiElimina...è vero, è vero... purtroppo è tutto vero...
RispondiElimina...operatore "artistico" ma(ld)estro...