Anche Fabrizio Corona è finocchio

Fa be' che l'essere stato lanciato da quel pederasta di Lele Mora poteva far sorgere sospetti, ma che Fabrizio Corona fosse una checca non me lo sarei mai aspettato. Premetto che non ho niente contro i cosiddetti gay, assolutamente, perché sono sempre stato dell'idea che ognuno, purché non disturbi il prossimo, è liberissimo di fare quello che gli pare, di esercitare la sua attività sessuale e quella affettiva come meglio reputa.
Ma il caso di Corona mi ha colto di sorpresa perché il fotografo delle star era considerato il simbolo del donnaiolo, colui che chiavava le migliori donne sulla piazza, come la Belen del farfallino, che anche fisicamente era prestante e bello e, a giudicare da uno spezzone di un film critico sulla tv che lo ritraeva mentre faceva la doccia, aveva anche un manfano di tutto rispetto. Ora sentir dire che ha dichiarato che gli piacciono gli uomini, anche se con "anche", mi ha mandato in crisi. Come, allora Belen era tutta una copertura? Il suo vero amore è un giovane psichiatra? Il mondo è veramente rovesciato. Ai vari clan distinti per razza, religione, o riti con cappuccio e compassi, se ne aggiunge un'altro (ma forse è sempre esistito) quello dei gay, o meglio, per chiamarli in italiano, dei finocchi, che si aiutano fra loro. Corona diventerà un simbolo di essi.