Non
avevano da dire niente di nuovo i pretendenti alla poltrona di primo ministro.
Non ci si poteva peraltro aspettare dichiarazioni o programmi che non avessero
il sapore del già detto. Bersani calmo e compassato, Renzi spiritato come
sempre. E se uno ha rimestato nel calderone delle cose che la sinistra doveva
fare e che si impegnerà a fare, l'altro non ha cessato un minuto, per fare la
figura del rinnovatore, di criticare l'operato della sinistra quando è stata al
governo facendo così, come ha detto di rimando Bersani, il gioco degli
avversari.
Ma quello che personalmente mi ha fatto incazzare, e che credo non
sia tornato a vantaggio di Renzi, è la dichiarazione berlusconiana che, se sarà
presidente del consiglio, per prima cosa aumenterà di 100 euro le paghe di
tutti. Ora, dopo vent'anni di fandonie, credo che gli italiani non abbiano
voglia di precipitare nel solito inganno. Eppure qualcuno ci cade. Mi hanno
impressionato le telefonate che ho sentito a Radio Capital di tre piduini che
avevano votato Vendola e che dicevano testualmente che questa volta, convinti
da Renzi, gli avrebbero dato il voto. Come si fa a non capire che il sindaco di
Firenze se pesca negli scontenti di destra non può soddisfare le esigenze di
sinistrorsi che hanno votato Vendola? Mah. Verrebbe voglia di dare credito a
Grillo, se non fosse quello che è. Si starà a vedere. In due non sono stati
buoni a fare una proposta concreta. Solo vacui discorsi. Dunque un duello ad
armi spuntate, un pari e patta senza onore e senza gloria.
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