Un borghese "Napolitano"


Non è un'opera teatrale di Eduardo De Filippo, né un film di Alberto Sordi anni '70. E' semplicemente una riflessione che ho fatto sentendo il commento del Presidente Napolitano alle elezioni americane. Al di là dei complimenti di rito, ha pronunciato dei grazie perché gli americani ci avrebbero dato lezione di savoir faire mostrandoci gli auguri e le strette di mano che si sono scambiati, dopo essersi scannati a lungo durante la campagna elettorale, i due protagonisti, vale a dire Obama e Romney. Ora non ci poteva essere un discorso più sciocco. Perché, il presidente della Repubblica crede che siano stati auguri sinceri?
O non piuttosto un atteggiamento falso come è comprensibile? E' una forma di ipocrisia che gli americani usano, certamente più di noi, ma non perché loro siano più "buoni". Semplicemente perché sono più ipocriti. Sono abituati alle scene in pubblico, come il fare bella mostra di mogli e figli, cosa a cui non si è sottratto neanche Obama. Ve lo immaginate da noi il primo ministro che mostra in tv la propria famiglia? C'è riuscito in parte Berlusconi, ma non gli ha giovato molto. Per me sono ridicolaggini appunto americane, "americanate" come si diceva in senso dispregiativo. E Napoletano ci è cascato come un ingenuo. Va bene, come migliorista, quando era nel Pci, era considerato un "borghese" e tale è rimasto con tutti i difetti del buonismo di quella classe che ha sempre dominato sui più deboli che andrebbero invece difesi.

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