Non
meriterebbe forse parlarne troppo. Ma lo faccio perché ho letto alcune
recensioni assurdamente esultanti. Si tratta del film "Gravity"di
Alfonso Cuaròn, sorta di storia fantascientifica con due soli interpreti,
Sandra Bullock e George Clooney ( che si vede per fortuna pochissimo). Quando
sono nello spazio (guarda un po' il caso, lui nell'ultima missione e lei nella
prima), i frantumi di un satellite esploso danneggia irreparabilmente l'astronave
su cui viaggiano e loro si trovano, scusate il termine, nella merda. Cioè a
vagare in un oceano di vuoto sperando di trovare una "scialuppa" su
cui salire, magari cinese. Se non ci fossero i cinesi non solo non si
troverebbe quasi tutto a metà prezzo, ma non si potrebbe riemergere dal vuoto.
Insomma, per farla breve, Sandra Bullock, che ha il tempo anche di fare uno
spogliarello spaziale e di decifrare felicemente e facilmente il manuale di
istruzioni (cosa incredibile per uno come me che non legge mai nemmeno quello
dell'automobile), da brava femminista la fa franca mentre quel "piacione"
di George se lo prende sotto il colletto. Tutto condito in 3D che tenta di
farci impressionare mandandoci a toccare con mano un bullone e un cacciavite
vaganti. A parte gli scherzi, "Gravity" è un film che non ci prende
perché tutto accade al di fuori del nostro potere emozionale. Lo spettacolo è
monotono e misero e manca quella qualità visionaria, allucinante che è la forza
di questi film. A parte le angosce esistenziali che cerca di sfiorare, è
freddamente sospeso fra speranza e timore risultando uno spettacolo a se stante
a cui giova ben poco anche la 3D. Per carità, è un film vedibile (sugli schermi
ci sono certe cose......) ma non è certo
il caso di sollecitare facili entusiasmi.
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