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Governo
nuovo scuola che cambia. Ovverosia scuola che peggiora. Sembra che
l'istituzione più importante per la società italiana, sia oggetto di scambio
fra le diverse fazioni di uno stesso
partito se non addirittura fra maggioranza e opposizione. Dunque mancava la
riforma Renzi, perché chiamarla riforma Giannini è un eufemismo. Lo ricordate
il tempo in cui il preside giudicava un professore alla fine dell'anno con un
ottimo, buono, sufficiente e via di seguito ed in base a questo giudizio,
determinato spesso da idee politiche e da simpatia, veniva proposto o no per l'aumento
di stipendio? Siamo tornati a quel tempo, cosa che fu spazzata via dalla
contestazione. Il capo d'istituto sceglierà il suo staff di professori fra i
docenti iscritti in uno speciale albo e si sceglierà inoltre i tre insegnanti
che lo affiancheranno nel lavoro. I docenti poi saranno giudicati da tre
professori scelti dal dirigente scolastico che stabiliranno, in base al
superamento dei requisiti, se ha diritto o meno all'aumento di stipendio. E
poi, cosa forse più grave di tutte, gli studenti sono chiamati, ogni fine anno,
a dare un giudizio sul professore determinando così un inflazione di promozioni
perché, ovviamente, il professore per ricevere il benestare dagli alunni, si
dimostrerà "buono" con loro. Che vuol dire disposto a facili
promozioni. Queste alcune delle cose che non ci tornano affatto, oltre
naturalmente, ma ne abbiamo già parlato, allo sconto fiscale a chi iscrive i
propri figli alle private, concessione come al solito, al Vaticano. Renzi,
dalla mania di fare presto, non si accorge che non siamo all'associazione dei
boyscout, che fare le riforme è una cosa seria e che presto e bene mal si
conviene. Fare presto per ritornare indietro? Ma quale rottamazione crede di
fare?
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