Foto tratta da formiche.net |
Il
povero Weinstein, produttore di cinema miliardario, è stato implicato nel
delitto di moda: lo stupro. Una volta i vocabolari riportavano lo stupro come
"atto di violenza su una vergine", ma il mondo è cambiato e, dato che
le vergini non ci sono più, si retrocede anche il reato a semplice atto di
violenza sessuale con una donna o con un uomo. Ebbene, si sa che il cinema in
questo senso è malridotto e che verginelle o no, per fare carriera attricette si donano ai piaceri di chi li può
sistemare. Ora si viene a sapere che attrici che hanno sfondato diventando esse
stesse miliardarie, a vent'anni o poco meno, sono state violentate da
Weinstein. E lo dicono ora, dopo aver fatto carriera grazie agli
"stupri" del produttore hollywoodiano! ma mi facciano il piacere,
direbbe Totò! Si sa bene che il cinema
in questo senso è marcio, come marci sono tutti gli enti od organizzazioni in
cui si può fare carriera, a cominciare dalla politica. Il caso Wenstein in un'America
dove il Presidente si fa spompinare sotto la tavola rotonda da una ragazza che
voleva, anche lei, fare carriera, fa proprio ridere. Che sia allora il
produttore un capro espiatorio per far vedere che, sotto Trump, l'America è ritornata
puritana come un tempo? Ma non sarebbe meglio guardassero alle migliaia e
migliaia di omicidi che là avvengono ogni anno?
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