Tempi
duri per la pittura lucchese. Dopo la morte di Antonio Possenti e quella di
Riccardo Benvenuti, per non accennare a quelle che datano qualche anno di
Vincenzo Muscatello e Pier Luigi Bachi, in questi giorni, e più esattamente nella
notte di Natale, in seguito ad un incidente stradale, è scomparso a 93 anni anche
il decano dei pittori lucchesi, quel Franco Betti singolare per la sua pittura
certamente di vecchio stile, ma insindacabilmente frutto di una mano
eccezionale che sapeva trovare e far riemergere dalla famose nature morte, uno
spirito poetico di stampo pascoliano. Betti non amava mettersi in mostra, non
amava, pur riconoscendo il valore degli altri, mescolarsi ai pittori lucchesi
per farsi distinguere, per far risaltare le sue capacità. La modestia è sempre
stata la sua dote principale che tutti riconoscevano come riconoscevano le sue
indubbie capacità espressive. Bene, questo gli è stato riconosciuto in vita, ma
che tristezza non vedere un pittore al suo trasporto funebre. Nemmeno uno, fra
pittori più o meno buoni, più o meno vanitosi, più a o meno pieni di se stessi,
si è degnato di partecipare ad una funzione che ricordava il decano dei pittori
della nostra città. Un decano degno di gloria e di rispetto. Che i lucchesi
siano menefreghisti e l'ambiente dei pittori di infima natura, si sapeva, ma
che si arrivasse a tanto no assolutamente. Franco, so che nella tua bontà
infinita li scuserai, e fai bene. Ma io non posso. Ti giunga un saluto
comunque che vale per tutti, anche se si sono comportati male.
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