Giornate
di ricordo degli eccidi delle Foibe. Giustamente, dico io, ma nello stesso
tempo vi voglio raccontare di una mia esperienza vissuta in Yugoslavia quasi
sessanta anni fa. Era il 1964 e in Yugoslavia c'era sempre la dittatura di
Tito. Maniaco dei viaggi, dopo aver visitato tutta l'Europa cosiddetta libera,
volevo, con la giovanissima moglie, setacciare in lungo e in largo la
Yugoslavia. Dopo il nord, con la mia 500 Fiat, imboccai la strada per Dubrovnik.
Non vi dico il dramma vissuto (forai anche una gomma) per transitare su quelle
strade sterrate e sassose. Ma lasciamo perdere. Bene o male arrivai alla
meravigliosa Dubrovnik. Lì facevo sosta una settimana per poi intraprendere il
viaggio verso il Montenegro. Conobbi un italiano (peccato che non mi ricordi il
nome) che era impiegato all'agenzia di viaggi Putnik. Facemmo amicizia e
parlando gli dissi che volevo andare in Montenegro e poi tornare indietro visitando
l'interno. Mi disse se ero pazzo. Come italiano sarebbe stato impossibile, se
non rischiando anche la vita, andare in Montenegro. Mi feci spiegare il perché.
Mi disse (ed è bene precisare che non era comunista) che in tutta la
Yugoslavia, ma principalmente in Montenegro, gli italiani fascisti avevano
fatto eccidi spaventosi. C'è chi testimonia ancora che qualcuno si divertiva a
fare il bersaglio con neonati che venivano appositamente gettati in aria. Io
non ci credevo ma lui mi assicurò della verità e mi disse anche di un'infinità
di eccidi che i fascisti avevano operato
in particolare in Montenegro. Mi ci sconsigliava decisamente, opponendosi con
forza. Al che io tenni conto di quel che mi aveva detto e non ci andai. Questo
voglio raccontare come episodio di vita vissuta per far sapere a quelli che
blaterano tanto sulle Foibe, che, sì, sarà stata una stronzata uccidere gli
italiani, ma che è avvenuto anche come reazione a quello che avevano combinato
i soldati italiani, in particolare i fascisti. Quindi non vanno giustificate le
Foibe, ma interpretate sì.
Commenti
Posta un commento